L'omeostasi

Con questo termine si intende l'insieme dei processi mediante i quali ciascun organismo riesce a conservare un ambiente interno stabile, nonostante le condizioni esterne possano variare.

Si possono elencare vari esempi di omeostasi che possono variare a seconda della complessità di ciascun organismo. Abbiamo visto ad esempio che un batterio in condizioni particolarmente disagevoli si chiude all'interno di una spora, dove rimane in una specie di letargo, per poi uscire e riprendere la vita attiva non appena le condizioni ambientali ritornano favorevoli. Se passiamo a considerare l'uomo troviamo meccanismi ben più sofisticati per mantenere l'equilibrio interno. Troveremo così un "termostato efficiente" per il controllo della temperatura corporea che deve mantenersi intorno ai 37°C. Questo sistema di controllo è costituito da:

  1. termorecettori situati sulla pelle che conducono impulsi al sistema nervoso centrale (SNC);
  2. capillari sanguigni superficiali (della pelle) che, in risposta a stimoli provenienti dal SNC, possono (2a) dilatarsi, quando il corpo si surriscalda, per favorire la dispersione di calore oppure (2b) restringersi, quando la temperatura corporea scende, in modo che ci sia minor dispersione di calore ed il sangue venga in tal modo concentrato negli organi interni;
  3. ghiandole sudoripare che producono più sudore quando il corpo si surriscalda, favorendo così la dispersione di calore (quando il sudore evapora sottrae calore al corpo). In caso di surriscaldamento, oltre alla vasodilatazione (2a), aumenta il ritmo del respiro per liberare calore con il vapore acqueo presente nell'aria espirata. In caso di raffreddamento, oltre alla vasocostrizione (2b), i muscoli scheletrici si contraggono ritmicamente (brividi) per produrre più calore. Questi processi terminano al raggiungimento della temperatura ottimale.

L'omeostasi negli organismi superiori, e quindi anche nell'uomo, coinvolge anche tutte le reazioni del metabolismo. Con questo termine si indicano tutte le reazioni chimiche che avvengono in un essere vivente. 

L'omeostasi è il risultato della collaborazione di tutti i sistemi e gli apparati del nostro corpo che sono coordinati dal SNC e dal sistema endocrino (ormonale).

Collegati ai tre siti seguenti con il "copia e incolla"...................

http://online.scuola.zanichelli.it/percorsibiochimica/files/2011/12/Scheda0603_StefaniTaddei.pdf

http://online.scuola.zanichelli.it/lupiascienzenaturali-files/Scienzenaturali/APPROFONDIMENTI/Zanichelli_ScienzeNaturali_B11_Mantenimento.pdf

http://cdn2.scuolabook.it/Uploaded/zanichelli_1_7081_preview/zanichelli_1_7081_preview.pdf

 I meccanismi omeostatici agiscono perciò a livello delle cellule, dei tessuti e degli organi e riguardano diversi parametri: la temperatura corporea, il pH del sangue, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la concentrazione di glucosio nel sangue (o glicemia), e molti altri.

Esistono due diversi meccanismi per regolare l’omeostasi: il feedback negativo e il feedback positivo.
Il feedback negativo è il sistema di retroazione principale di tutta l’omeostasi e consente di produrre un cambiamento opposto allo stimolo iniziale, facendo sì che il prodotto finale di un processo inibisca il processo stesso. Funzionano con un sistema a feedback negativo il controllo della temperatura corporea, come abbiamo visto sopra, e il controllo della pressione sanguigna.

Il feedback positivo, al contrario, consente di accelerare o intensificare un processo in seguito agli stimoli ricevuti ed è un fenomeno più raro nel mantenimento dell'omeostasi. Sono esempi di controllo a feedback positivo la liberazione di ossitocina durante il parto (questo ormone stimola le contrazioni dell'utero che a loro volta stimolano la liberazione di ossitocina con un effetto finale di rinforzo sulla contrazione uterina). Altro esempio è l'accumulo delle piastrine in prossimità di una ferita (le prime piastrine che aderiscono ai vasi sanguigni lesionati ne richiamano altre per accelerare la formazione di un tappo piastrinico che ostacola la fuoriuscita di sangue).
La regione cerebrale più importante per il mantenimento dell’omeostasi è l’ipotalamo, che a sua volta agisce tramite il sistema endocrino, il sistema nervoso autonomo e il sistema motivazionale (ad esempio si è spinti a bere quando si ha sete o a fare movimento quando se ne avverte la necessità o a dormire quando si ha sonno). Altri organi coinvolti nel mantenimento dell’omeostasi sono il fegato e i reni.

Problemi nel mantenimento dell’omeostasi possono portare a una condizione di squilibrio omeostatico, legato a diverse malattie come il diabete, l’ipoglicemia, l’iperglicemia, la gotta e la disidratazione. Anche l’invecchiamento è causa di squilibrio omeostatico.

http://www.oilproject.org/lezione/anatomia-cellule-omeostasi-equilibrio-impulso-ipotalamo-glicemia-8786.html